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“Axiom” review @ metalitalia.com

http://metalitalia.com/album/dephosphorus-axiom/

I Dephosphorus sono l’ultima frontiera del metallo pesante esportato dalla Grecia. Debuttano con “Axiom”, un interessante lavoro che rischia fortemente di ergere la band a ben più che semplice promessa del grindcore europeo. Loro si definiscono “Astrogrind”, noi preferiamo lasciare i termini ad altri e concentrarci sulla sostanza di questo travolgente full-length, un disco astratto, onesto, senza alcun tipo di compromesso e, soprattutto, brillante per creatività. Il delirio sonico di “Axiom” è ampio, tanto quanto basta per immergere ed intrappolare l’ascoltatore in un’orripilante pozza nera come la pece. Un risultato stupefacente se si pensa che, partendo da una semplice e neppure troppo originale base grindcore, il trio greco ha iniettato nel proprio suono delle massicce dosi di black metal e crust, che esaltano al meglio il lato selvaggio e satanico della proposta. Tuttavia, il background dei Dephosphorus è prettamente punk, influenza più che marcata sui sette brani che compongono la breve tracklist, forti di immediatezza e di un incedere adrenalinico esaltante, dove a prendere il sopravvento sulla blasfemia sonora è la ragionata e organizzata forma canzone. La principale forza dell’album è, dunque, quella di picchiare duro ma con criterio, proponendo riff efficaci e diretti ma al tempo stesso profondi e, volendo, ultraterreni, dalla forza tale da confondere l’ascoltatore e metterlo alla prova nel capire dove inizia e finisce un genere, una capacità da lasciare senza parole. A rafforzare la robusta proposta troviamo, poi, l’adatto innesto delle urla disumane del singer, a tratti molto vicino allo stile vocale di Jeff Walker, un’ulteriore aggiunta ad un lavoro con molti punti a suo favore e reso ancor più efficace grazie ad una profusione caotica ma dannatamente adatta al mood della band. “Axiom” è uno degli esempi più personali nel mischiare le tenebre black metal, la ferocia del grindcore, la rabbia dell’hardcore e l’attitudine stradaiola del punk. Dunque, per gli amanti di questo tipo di sonorità, un lavoro da procurarsi ad occhi chiusi. Un songwriting sopra le righe e un impatto conciso, oscuro e divertente fanno di questo lavoro una delle rivelazioni del 2011. 

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